È in assoluto il modello più grande che abbia mai assemblato/dipinto (fin’ora) e, devo dirlo, mi ha regalato parecchia soddisfazione. Lo stavo “puntando” già da un po’ e lo scorso Natale ho finalmente deciso di regalarmelo. Poi il lockdown mi ha lasciato del tempo di dedicargli e… beh, eccolo qui.
Poichè è grosso, lento e così pieno di cannoni e armi di vario genere da risultare quasi farsesco, l’ho battezzato “Metal Slug”, in omaggio all’omonima saga di videogiochi. Tra l’altro, secondo me non sfigurerebbe come boss di fine livello, voi che dite?
A livello di pittura non ho fatto nulla di diverso dagli altri carri dei miei predoni del Deserto Tallarniani, tranne per un piccolo dettaglio: questa volta ho fatto il chipping sulla parte inferiore prima di incollare i cingoli, cosa che mi ha permesso di raggiungere punti che altrimenti non avrei potuto toccare. Così facendo ho potuto rappresentare l’usura anche nella parte interna, quella a contatto con il cingolo, dando al modello un aspetto più realistico.
Basandomi sui colori delle basette desertiche dei Sentinel, poi, ho sporcato la parte bassa dello scafo con un leggero drybrush di Ushabti Bone invece che con il marrone.
Come potete vedere dalle foto, come se già non ci fossero abbastanza armi di default, ho aggiunto anche un paio di piattaforme laterali extra.
La torretta centrale e le quattro laterali, infine, non sono incollate e possono ruotare.
Allego anche qualche ulteriore foto scattata accanto ad altri modelli, per comparazione: