Volevo una squadra di Marine in armatura Mk III e l’ho avuta.
Beh… più o meno.
Per la maggior parte, diciamo!
Leggendo il codex degli Angeli Oscuri, sono rimasto affascinato dalla figura degli Space Marine Caduti, in particolar modo da quelli che si sono dati alla pirateria spaziale.
Su quest’onda, forse anche un po’ ispirato dalla soporifera visione degli episodi di Capitan Harlock, ho quindi inventato il “capitolo” (lealista, da un punto di vista strettamente tecnico) dei Brass Hawks, un gruppo di Space Marine che dopo la distruzione di Caliban, non sapendo più bene di chi fidarsi, sono fuggiti a bordo di una nave (ora diventata la loro base) e hanno scelto la via dell’autarchia, realizzandola diventando, de facto, pirati dello spazio.
Ed è per questo che le loro armature potenziate e quasi tutti i loro equipaggiamenti possono essere considerati ormai desueti e sono stati riparati un numero pressochè infinito di volte utilizzando pezzi di ricambio di fortuna e/o recuperati dai nemici abbattuti.
Per rappresentare questa “sovra-manutenzione di fortuna”, ho utilizzato come base le ormai antichissime armature mk III, sostituendo però alcuni pezzi con altri avanzati da vari ed eventuali kit di Space Marine (lealisti e del caos in eugal misura). In certi casi è più facile notarlo, ad esempio quando ad essere sostituita è stata un’intera gamba del modello, in altri meno, come nel caso dello scarico di uno zaino, tuttavia posso garantire che ogni singolo modello di questa squadra è composto da almeno un pezzo che non proviene dal regolare kit delle armature Mark III.
In più, ho modificato alcuni dei pezzi “originali” mk III perchè mostrassero evidenti segni delle infinite riparazioni di cui parlavo sopra. Un esempio di cui vado molto fiero sono i rivetti che tengono insieme questo spallaccio, ottenuti con un po’ di pazienza e materia verde:

In più, credo che la scelta del color ottone per le armature contribuisca ad accentuare questa idea di antiquato che volevo far trasmettere ai modelli.
Cambiando discorso, poi, un altro esperimento ben riuscito sono le basette.
Il mio intento era quello di rappresentare l’interno di una vecchia nave imperiale mantenuta funzionante a fatica, proprio come le armature dei suoi occupanti. Per questo ho scelto il metallo zigrinato, consumato da mille passaggi e all’occorrenza interrotto da tubi, piastre metalliche di altro tipo o ingressi/botole che conducono ad un altro ponte.
Non sarebbe male, un giorno, realizzare un diorama di un corridoio interno alla nave dove mostrare uno scontro tra i Brass Hawks e un gruppo di Orki che ha abbordato il loro vascello, non credete?
Intanto lo annoto nel grande, immenso, libro delle idee modellistiche da realizzare…