Tra il 28 e il 31 gennaio, grazie al programma Resident Evil Ambassador, ho avuto il privilegio di provare in anteprima Resident Evil RE:Verse, il battle royale celebrativo per i 25 anni della saga che verrà incluso assieme a Resident Evil Village.
E siccome è la prima volta che mi capita di prendere parte ad un beta-test chiuso al pubblico e sono tutto contento, ho pensato di scriverne una breve recensione e raccontare la mia esperienza.

Premetto che non sono un grande fan del genere battle royale, un po’ perchè per i miei gusti è troppo frenetico (direi che è l’età, ma anche da ragazzino, quando ho provato Quake III, ne ho ricavato solo un gran mal di testa) e un po’ perchè sono veramente scarso.
Nonostante ciò, devo dire che nella manciata di ore che ho dedicato a RE:Verse mi sono divertito.

Il gioco è esattamente quello che ci si aspetta da un battle royale di Resident Evil. Nè più, nè meno.

Nella modalità proposta, che ipotizzo/spero essere solo una delle tante che il gioco finale includerà, sei giocatori si danno battaglia in un ambiente circoscritto (una versione alternativa della Stazione di Polizia di Raccoon City), guadagnando punti per ogni avversario che riescono a uccidere.
Una partita dura cinque minuti e quando si viene uccisi, prima di respawnare in punto casuale della mappa, ci si trasforma in mostri, tanto più potenti quante più capsule virali si saranno raccolte, e si ha l’occasione di dare la caccia a chi ci ha fatto fuori.
Sia i protagonisti che i mostri sono alcuni tra i più iconici della saga e ognuno è dotato di una coppia di abilità specifiche e, nel caso dei personaggi, di un’arma (da fuoco) primaria e una secondaria.
All’interno dell’arena si possono poi trovare anche munizioni extra ed erbe curative (che vengono usate automaticamente quando vengono raccolte). Man mano che il tempo scorre, poi, cominciano a comparire armi più potenti (monocolpo) e sempre più capsule virali.

[…]

Ok, ammetto che sono stato un po’ indeciso se considerarlo un modello dipinto per il semplice gusto di farlo o un effettivo rinforzo per la banda di Sir Quiskott.
La realtà è che, anche se ormai è piuttosto vecchio, trovo questo ragnone uno dei più bei modelli IN ASSOLUTO della gamma GW e desideravo aggiungerne uno alla mia collezione da anni. Però può essere anche giocato in Warcry e gli ho dato la stessa basetta della banda di Sir Quiskott, quindi…

Come potete vedere dalle foto, eccezion fatta per alcune rocce su cui appoggia (che ho modellato io con il polistirene, in sostituzione degli alberi del kit originale), il modello è assemblato in maniera standard e pitturato in larga parte con un drybrush di Khorne Red sulla corazza e con una buona lavatura di Reikland Fleshade su base di Ratskin Flesh. Il tutto su una base di nero data con lo spray.

Il dettaglio di cui vado più fiero, però, è frutto di molte lunghe ore di duro lavoro con la materia verde. Sono infatti riuscito a cancellare i solchi dovuti all’assemblaggio presenti sul dietro del carapace, ricostruendo accuratamente anche puntini e altri segni che lo costellano. Una volta dipinto il modello, come potete vedere dalla foto qua sotto, è quasi impossibile notare che ci fossero:


Insomma, una grande soddisfazione. Probabilmente il mio miglior lavoro con la materia verde fin’ora.

“Lasciate, miei signori, che vi narri le gesta di Sir Quiskott, prode (?) cavaliere che attraversò l’Ottopunte in sella al fido destriero Ronzo, accompagnato dai suoi compagni di ventura e dallo Sciamano Farfunghio Malokkio, seguendo la via per lui tracciata dalla luce della Luna Kattiva…”

I goblin mi sono sempre piaciuti un sacco. Sono goffi, chiassosi e maligni… mi fanno veramente tanto ridere, soprattutto quando sono strafatti di funghetti allucinogeni.
Il problema è che sono un esercito che si basa su grandi numeri (qualcuno dice “sotto i cento grot sul campo di battaglia, lascia pure perdere”) e io sono l’hobbista più lento del mondo, due cose che non vanno molto d’accordo.
Allora ho trovato un buon compromesso e ho deciso di farci una banda per Warcry.
Anche in questo sistema il numero è la loro forza: pur avendo scelto alcune unità piuttosto costose come il Leader a cavallo dello squig e lo sciamano, la banda ha dentro letteralmente il doppio dei modelli rispetto, ad esempio, ai Sinistri Sei.

A livello modellistico mi sono sforzato di fare qualcosa che fosse coerente con l’ambientazione ma che mi rendesse facile identificare velocemente il singolo modello durante le partite. Ecco perchè per i grot semplici, immaginando che si vestissero con stracci trovati in giro, ho scelto uno schema di colori piuttosto variopinto.

Il Leader, Sir Quiskott, è ricavato adattando uno dei modelli più belli rilasciati l’anno scorso dalla GW: il Loonboss su squig gigante. In realtà non potrebbe essere giocato in Warcry, ma io lo faccio contare come semplice Squig Hopper Boss. Perchè fosse regolamentare, però, ho dovuto reimbasettarlo su una basetta da 32mm (più piccola rispetto a quella originale, che era da 40mm).

Lo sciamano, invece, è ricavato modificando il Moonclan Boss della scatola di Stabba da cui ho preso la truppaglia, sostituendo la punta di una lancia con un teschio di luna per formare un rudimentale scettro e aggiungendo un occhio di vetro sulla benda già presente (mi sono ispirato al personaggio Malocchio Moody dalla saga di Harry Potter e a Deacon, il leader degli Smokers nel film “Waterworld”). Ultimo tocco, perchè mi piaceva troppo, un famiglio, avanzato dal già citato kit del Loonboss su squig gigante.

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Aggiornamento del 4 gennaio 2021: mi è appena arrivato il nuovo manuale “Araldi di Distruzione” per Warcry e ho scoperto che ora il Loonboss su squig gigante è giocabile. Maledetta GW! Con tutta la fatica che ho fatto per farlo stare su una basetta da 32mm! (Scherzo, ovviamente. A parte questa cosa, dentro ci ho trovato un sacco di belle novità!)

Tra un necron e un goblin, ho deciso di fare qualcosa di diverso.
Così ho tirato fuori dalla scatola un pezzo che avevo primerato oltre un mese fa, come parte della mia scorta invernale di miniature da dipingere: il ghoul John Hancock, in resina, per il gioco Fallout: Wasteland Warfare della Modiphius (che mi piacerebbe anche provare, prima o poi).

In generale non mi trovo molto a mio agio con la resina, ma poichè questo è un regalo per la mia amica Eleonora (a proposito, vi invito a visitare la sua pagina Facebook), ho fatto un’eccezione.

La tecnica di pittura è la mia solita “super easy”: colori di base, leggero drybrush di osso per far risaltare i dettagli e poi una bella lavatura, questa volta color seppia.
Il risultato mi soddisfa. In particolare, sono molto contento di essere riuscito a rendere bene la bandiera a stelle e strisce arrotolata attorno alla vita (un dettaglio importante per il buon Hancock).

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Aggiornamento del 16 Dicembre 2020: Ho sostituito la foto con quella fatta da Eleonora per la sua pagina Facebook. Se quella nuova vi sembra migliore del solito… beh, ora sapete il perchè!

Questi scarabei sono così facili (e divertenti) da fare che con loro ho deciso di chiudere in bellezza la “stagione dello spray 2020”. Abitando in Pianura Padana, come già avevo accennato qualche post fa, d’inverno la combo di freddo/umidità mi rende impossibile usare a dovere le vernici spray.
Già oggi è stato un bel rischio… ma questo non vuol dire che smetterò di dipingere. Ho una discreta scorta di modelli primerati nelle ultime settimane che mi aspettano!

Ad ogni modo, ho aggiunto quel teschio sulla basetta dello sciame centrale (tanto in Warhammer un teschio in più sta sempre bene, no?) per distinguere più facilmente le squadre sul tavolo da gioco, dato che questo genere di modelli non consente una gran varietà di pose.

A tutti i Necron che sto dipingendo negli ultimi giorni servirà un QG che li guidi in battaglia, no?

“Il giraffone”, come mi piace chiamarlo, è il modello Necron che più mi piace della scatola Indomitus.
Mi piace così tanto che ne ho comprati due, anche se il secondo dovrà aspettare la primavera per essere assemblato, dipinto e forse persino leggermente modificato.

A parte questo, cosa dire se non che, nella sua semplicità, sono contento di come è venuto?
Non vedo l’ora di schierarlo sul campo di battaglia!

Anche se in realtà il gioco l’ho finito qualche mese fa, ho caricato oggi su YouTube la video-compilation (mamma mia, che termine 90’s!) dei glitch più divertenti in cui sono incappato mentre giocavo a The Last of Us Parte II.
Preda di chissà quale ispirazione, poi, gli ho anche fatto una title card, come gli youtuber seri.

Buon divertimento!

(Video in inglese)

Prosegue la mia pittura rapida dei modelli Necron presi dalla scatola Indomitus che avevo assemblato e primerato nelle scorse settimane, in lotta contro il tempo per riuscire a finirli prima che fuori diventi troppo freddo e/o umido per dargli lo spray protettivo.

Oggi vi mostro tre distruttori Skorpekh e il plasmocita che li accompagna.
Li ho dipinti con gli stessi identici passaggi dei Necron Guerrieri di ieri, ma voglio spendere due parole per dirvi quanto mi piaccia l’effetto fluo ottenuto con la vernice Tesseract Glow della Citadel, ora che è visibile su dettagli più grandi (lame, globi, etc).
Devo dirlo: mescolarla è un pianto, ma il risultato finale è decisamente bello, soprattutto se si considera che si tratta di un singolo passaggio.