Modellismo e Wargames
Mi piace così tanto che ne ho comprati due, anche se il secondo dovrà aspettare la primavera per essere assemblato, dipinto e forse persino leggermente modificato.
A parte questo, cosa dire se non che, nella sua semplicità, sono contento di come è venuto?
Non vedo l’ora di schierarlo sul campo di battaglia!
Oggi vi mostro tre distruttori Skorpekh e il plasmocita che li accompagna.
Li ho dipinti con gli stessi identici passaggi dei Necron Guerrieri di ieri, ma voglio spendere due parole per dirvi quanto mi piaccia l’effetto fluo ottenuto con la vernice Tesseract Glow della Citadel, ora che è visibile su dettagli più grandi (lame, globi, etc).
Devo dirlo: mescolarla è un pianto, ma il risultato finale è decisamente bello, soprattutto se si considera che si tratta di un singolo passaggio.
Come moltissimi, qualche mese fa anche io mi sono portato a casa un paio di copie della scatola Indomitus, affascinato sia dai modelli degli Space Marine che dalla rinnovata gamma dei Necron.
E proprio questi ultimi ho deciso di assemblare/dipingere per primi, iniziando una nuova armata sfruttando la gran mole di tempo libero che (purtroppo) questo secondo lockdown ha portato con sè.
Per questo progetto, comunque, proprio come per quello dei Predoni del Deserto Tallarniani, ho deciso di non sbizzarrirmi in chissà quali vezzi modellistici e di privilegiare invece la velocità di “smaltimento”, motivo per cui i modelli sono dipinti a semplice livello battle-ready e via:
Base spray nera, drybrush di Tinny Tin Vallejo, drybrush di Runefang steel Citadel, lavatura nera (sempre Vallejo) e dettagli fluo con la nuovissima vernice Tesseract Glow su una base di Corax White (entrambe Citadel). Per le basette, invece, Citadel Technical Astrogranite a cazzuolate (con l’aggiunta di qualche pietruzza da acquario che ho trovato in un vecchio cassetto, per variare un po’), la già sopracitata lavatura nera (sono pigro: in realtà ne faccio una sola che include modello e basetta!) e drybrush di Administratum Grey (Citadel), il tutto chiuso con una mano di Mechanicus Standard Grey (Citadel) sul bordo della basetta e un grezzo spray trasparente preso dal ferramenta come protettivo.
Nonostante tutto, il risultato mi lascia soddisfatto: semplice e senza fronzoli, ma gradevole.
E come potete vedere dalla foto, in pochissimo tempo (per i miei standard, notoriamente lenti) ecco che ho avuto ben 10 necron pronti per essere schierati sul campo di battaglia!
E sto già lavorando su altri… nei prossimi giorni vi aggiornerò.
Poco più di un anno fa avevo fatto un post simile per gli Angeli Sanguinari e oggi mi ritrovo, seppur per motivi diversi, a doverne fare un altro per i miei Space Marine del Caos (e non solo).
Quest’anno la pandemia globale mi (ma penso di poter dire anche “ci”, dato che non credo di essere l’unico) ha costretto a cambiare abitudini, cosa che lascia un po’ più di tempo da dedicare al modellismo rispetto al solito. E mentre mi dedico a nuovi progetti e allo “smaltimento” della gran quantità di miniature che aspettano di essere assemblate e dipinte, ho trovato anche il tempo di correggere qualche piccola imperfezione che mi ero lasciato alle spalle.
Ecco un elenco dettagliato, con tanto di foto, delle modifiche/aggiornamenti che ho fatto ultimamente:
– Cambiato il combirequiem all’Aspirante Campione della Prima Squadra di Marine del Caos
…semplicemente perchè l’altro non mi piaceva.
Avendo ora a disposizione numerosi bits avanzati dai kit dei Terminator del Caos, ho pensato di sostituirlo con uno di quelli, che è nello stesso stile delle altre armi da fuoco dei Marine del Caos.
– Cambiata la basetta alla Bestia Sanguinaria
Per una questione di “pendant” con le altre basette dell’armata, dato che quella originale era più sottile e, soprattutto, era stata lavata in maniera diversa, cosa che la faceva stonare accanto alle altre (un problema che ora affligge solo il povero Tovaror, che però sto pensando di rifare da zero con pezzi della nuova gamma CSM).
Da quella nuova, ho rimosso la tanica di benzina per lasciare spazio a delle macchie rosse, nel tentativo di simulare i segni del passaggio della bestia con la sua manona sporca di sangue.
– Cambiata la basetta al Demone della Forgia
In questo caso si è trattato non d’un vezzo, ma di riparare a un danno.
La vecchia basetta, infatti, si era stortata (credo a causa della gran quantità di super attak usata per incollare l’asfalto alla basetta vera e propria) al punto da rendere il modello traballante… così glie ne ho fatta una nuova. La differenza si nota a stento, lo segnalo giusto per completezza.
– (Finalmente!) imbasettato il Drago Infernale
Durante il lockdown non avevo potuto a causa della mancanza di stucco. Passato quel momento, però, lo stucco l’ho comprato e mi sono premurato di terminare l’opera.
– Imbasettato il Il Gobbo Rosso
Ora che ho imparato a realizzarle grazie ai Sentinel dei predoni del Deserto Tallarniani, in vista di possibili futuri progetti a tema Gorkamorka (sui quali per ora non mi sbilancio), ho deciso di dare anche al Gobbo Rosso una bella basetta desertica.
Questi li avevo iniziati alla fine dell’anno scorso, salvo poi interrompermi durante il lockdown, quando ho deciso di dedicarmi a modellini più ingombranti.
Nelle ultime settimane ho però trovato il tempo di portarli a termine, ed ora ve li mostro con orgoglio:
Per realizzarli ho unito i jetpack dei normali Predatori ai corpi dei nuovi Marine del Caos, in parte presi da Shadowspear e in parte dal rispettivo kit, selezionandoli in base alla dinamicità della posa.
Farlo non è stato molto difficile, anche se ho dovuto tagliuzzare qualche pezzo, riempire degli spazi vuoti con la materia verde e, sempre con quella, realizzare un piccolo cavetto da ambo i lati che unisse i due pezzi in maniera più naturale.
Ecco qualche immagine di questi dettagli, in realtà piuttosto nascosti:
Il risultato, so che lo dico sempre ma è così, mi lascia davvero MOLTO soddisfatto.
Per i miei standard si tratta di una modifica ambiziosa!
Invitato da alcuni amici a provare Warcry presso un club di gioco a Pavia, ho messo insieme questa mia prima banda sfruttando una vecchia scatola di guerrieri del Caos che avevo lì a prendere polvere, senza nemmeno dipingerli, così, tanto per fare qualche partita di prova.
Quando poi mi sono appassionato al gioco, mi è stata regalata una scatola nuova degli stessi guerrieri (coincidenza? Destino?) e li ho anche visti portare a casa qualche vittoria, ho capito che era ora di prendere in mano anche i pennelli.
La mia idea era realizzare dei guerrieri “lenti ma violenti”, con armature e armi completamente arrugginite, così mal curate che oltre al normale danno inflitto avessero anche la concreta possibilità di trasmettere (quantomeno) il tetano a chi veniva colpito.
Quale miglior occasione, quindi, per provare le vernici Technical Thyphus Corrosion e Ryza Rust?
Il risultato, anche se realizzato con la tecnica “super-easy” (già citata nel post di Lumpin il Galletto e i mezzuomini della Contea), mi lascia completamente soddisfatto.
La parte più difficile, anche se poco si nota a modello finito, è stata ricoprire con la materia verde il solco lasciato nella pelliccia dall’assemblaggio delle due parti di busto di ogni guerriero, aggiungendo ogni tanto anche qualche ciuffo di pelo.
Sempre per questioni di velocità/semplicità, poi, proprio come per quelle dei mezzuomini della Contea, ho realizzato le basette con la vernice Technical Stirland Battlemire.
Ultima nota: il nome della banda è volutamente una citazione dai classici nemici di Spider-Man.
Nella loro semplicità, i Sentinel sono tra i miei modelli preferiti dell’intera gamma di Warhammer 40.000 ed era un po’ che volevo divertirmi ad assemblarne e dipingere un’intera squadra.
Prevedendo in futuro di mettere insieme almeno un’altra unità di questi bipedi, ho deciso, ispirandomi alla suddivisione in colori degli squadroni di caccia Ribelli di Guerre Stellari, di denominare questa prima squadra “Squadra Rossa”, contrassegnando la fiancata sinistra di ogni Sentinel con una sbarra di questo colore. Le due sbarre grigie, invece, servono a indicare il caposquadra.
Infine, sono molto orgoglioso di come sono venute le basette desertiche. Ho dovuto sperimentare un po’ prima di capire come ottenere l’effetto arido e polveroso che desideravo, ma alla fine sono stati sufficienti dell’Agrellan Badland a cazzuolate, qualche macchia di Agrellan Earth qua e là lungo la basetta e un generoso drybrush di Ushabti Bone.
Avete presente quando scrivo che sono il pittore più lento del mondo?
Beh, oggi posso provarvi che non sono parole scritte a caso… già, perchè per completare questa squadra di mezzuomini ruspanti ci ho messo la bellezza di otto anni!
Non scherzo: ho acquistato questi modelli nel luglio del 2012, come regalo di compleanno per il mio amico Paolo, promettendogli che li avrei dipinti apposta per lui. E… beh, l’ho fatto. Con i miei tempi.
Auguri, Paolo!
Detto questo, su di loro ho sperimentato una tecnica di pittura che io chiamo “super-easy” (piuttosto pigra, a dire la verità, cosa che rende ancor più grave il fatto che io ci abbia messo tanto tempo), che consiste nel dare i colori di base sulla miniatura, poi fare un leggero drybrush color rosa pallido, colorare i dettagli metallici con le vernici apposite e infine ricoprire l’intero modello con una lavatura color carne (Ogryn Flesh, in questo caso. Ora ribattezzato Reikland Fleshshade).
Ultimo passaggio (facoltativo): ripassare con una seconda lavatura, questa volta marrone, eventuali parti in legno e/o, a piacere, le parti metalliche.
Il risultato sarà un modello con ombreggiature delicate, ma presenti, che gli conferiscono un aspetto “antico” senza però farlo risultare “sporco” come avverrebbe, ad esempio, con una lavatura marrone.
Nonostante la scelta di uno stile facile, però, dipingere questi mezzuomini della contea è stato tanto divertente quanto (a tratti) impegnativo. Qua e là ho anche fatto diverse modifiche, piccole e grandi.
Ecco qualche dettaglio su cui voglio puntare i riflettori:
– Il problema dei gemelli:
Trattandosi di modelli molto vecchi, la varietà di pose è piuttosto scarsa, cosa che mi ha costretto (nei limiti del possibile, vista la difficoltà di modellare il piombo) ad apportare qualche piccola modifica con la materia verde e a giocare un po’ con i colori per differenziare tra di loro i mezzuomini ripetuti, sì da avere un po’ più di varietà all’interno della squadra.
– Sponsored by Kellogg’s:
Da qui l’idea di copiare il classico logo dei cereali Kellogg’s, rigorosamente in versione anni ’90.
Che poi, in fondo, parlando di Lumpin “il Galletto” ci sta pure, no…?
Ad ogni modo, lo scudo del Campione è stato ottenuto modificando quello di un vecchio goblin delle tenebre per avere una superficie liscia su cui dipingere il blasone, mentre lo stendardo ha richiesto un po’ di lavoro con uno stuzzicadenti (poichè il bastone originale si era rotto) e materia verde.
– Lo zio Peppino:
Già “unico” di suo come modello, ho aggiunto un tappo (fatto con la materia verde) alla sua bottiglia e sono riuscito a tingergli naso e guance di rosso utilizzando un leggero, leggerissimo, drybrush.
– La Giovane Marmotta:
Utilizzando una coda di lupo (uno dei ninnoli decorativi presenti nel kit dei Lupi Siderali), un seghetto, un po’ di materia verde e tanta pazienza, sono riuscito a modificare la forma di un berretto e ricostruirla simile a quello indossato dalle Giovani Marmotte.
Il risultato complessivo (e dopo otto anni ci mancherebbe solo che non fosse così) mi soddisfa molto!
Sono anche contento di aver avuto l’occasione di sperimentare la costruzione di una “basetta di movimento”, che ho ricavato utilizzando un foglio magnetico e i bordi ripuliti di vecchi sprue.