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Modellismo e Wargames
Che mi piacciano i Dreadnought è ormai noto. E si era ormai fatto il tempo di aggiungere alle fila dei miei Angeli Sanguinari anche uno di questi robottoni in versione Primaris.
Lasciate quindi che vi presenti questo “ragazzone”: Fratello Bariel, dreadnought Redemptor.
Sono partito dal modello in versione easy-to-build, uscito in edicola nella collana “Warhammer 40.000 – Conquest” ormai l’anno scorso (se non ricordo male), ma ho colto l’occasione per sfruttare i bitz di un cannone plasma che avevo rimediato durante il Kit Bash del Summer Hammer.
Già che c’ero, ho anche modificato leggermente la posa, l’angolazione del braccio con il cannone plasma e aggiunto un’icona degli Angeli Sanguinari avanzata dal kit del Predator Baal, sulla spalla sinistra, e un gioiello a forma di goccia, sulla placca frontale destra.
Per dipingerlo sono andato paro-paro come avevo fatto per il Land Raider qualche mese fa: base spray rossa, l’immancabile Nuln Oil, drybrush di Mephiston Red e infine una lavatura leggera di Carroburg Crimson. Più il solito chipping per i danni e dettagli vari.
Ho anche fatto un leggerissimo drybrush di Mournfang Brown
Il risultato finale mi lascia soddisfatto, anche se a dirla tutta non entusiasta.
La qualità dei modelli easy-to-build (leggermente inferiore a quella dei kit completi, soprattutto in alcuni punti di incastro. Non che sia un segreto, sono fatti così apposta) è stata più volte d’ostacolo al mio solito perfezionismo e devo ammettere che ho fatto un po’ fatica a farmi andar bene certi dettagli.
Sia ben chiaro: non mi sto lamentando. Per il prezzo che ho pagato, va assolutamente bene così.
Ora però non resta che vedere come si comporterà sul campo di battaglia, no?
È in assoluto il modello più grande che abbia mai assemblato/dipinto (fin’ora) e, devo dirlo, mi ha regalato parecchia soddisfazione. Lo stavo “puntando” già da un po’ e lo scorso Natale ho finalmente deciso di regalarmelo. Poi il lockdown mi ha lasciato del tempo di dedicargli e… beh, eccolo qui.
Poichè è grosso, lento e così pieno di cannoni e armi di vario genere da risultare quasi farsesco, l’ho battezzato “Metal Slug”, in omaggio all’omonima saga di videogiochi. Tra l’altro, secondo me non sfigurerebbe come boss di fine livello, voi che dite?
A livello di pittura non ho fatto nulla di diverso dagli altri carri dei miei predoni del Deserto Tallarniani, tranne per un piccolo dettaglio: questa volta ho fatto il chipping sulla parte inferiore prima di incollare i cingoli, cosa che mi ha permesso di raggiungere punti che altrimenti non avrei potuto toccare. Così facendo ho potuto rappresentare l’usura anche nella parte interna, quella a contatto con il cingolo, dando al modello un aspetto più realistico.
Basandomi sui colori delle basette desertiche dei Sentinel, poi, ho sporcato la parte bassa dello scafo con un leggero drybrush di Ushabti Bone invece che con il marrone.
Come potete vedere dalle foto, come se già non ci fossero abbastanza armi di default, ho aggiunto anche un paio di piattaforme laterali extra.
La torretta centrale e le quattro laterali, infine, non sono incollate e possono ruotare.
Allego anche qualche ulteriore foto scattata accanto ad altri modelli, per comparazione:
Nell’ambito del mio “progetto smaltimento”, dato che il lockdown prosegue, ho sperimentato un pochino con alcuni Magli Scarlatti.
L’idea è di mettere in piedi questa nuova armata composta da soli Primaris, dipinta senza troppi fronzoli, a livello battle-ready (proprio come i Necron e i Predoni del Deserto Tallarniani) e attraverso di essa far sparire un po’ del materiale degli Space Marine che ho accumulato negli ultimi anni.
Sto lavorando anche alla fanteria, ma il primo modello che ho terminato è questo Bunker Hammerfall, graditissimo regalo che ho ricevuto a Natale.
Ed è con esso che, allora, inauguro la rispettiva pagina dell’armata.
Continua il lockdown. Ma negli ultimi giorni il tempo è stato sufficientemente bello da permettermi di dare una buona mano di base spray, quindi ho deciso di dedicarmi a uno dei pezzi più interessanti di un lotto di “anticaglie” che ho comprato di recente.
Direttamente dalla scatola base di quarta edizione “Battaglia di Macragge”, lasciate quindi che vi mostri quello che, secondo me, è uno degli elementi scenici più fighi mai rilasciati da GW: la navetta di classe Aquila schiantata al suolo!
Trattandosi “solo” di un elemento scenico (il primo che dipingo, tra l’altro. Ho quindi colto l’occasione per inaugurare la relativa pagina) che deve fare da sottofondo al gioco, ho scelto di dargli giusto una pitturata veloce, senza curare troppo i dettagli.
Sono partito da una (appropriatissima, a ben pensarci) base Macragge Blue, sulla quale ho applicato un bel drybrush di Hoeth Blue e del Runefang Steel nelle parti danneggiate dello scafo. La parte rocciosa, invece, è colorata con il solito Mechanicus Standard Grey. Dopo ho semplicemente lavato tutto con abbondante Nuln Oil e aggiunto un chipping di Skavenblight Dinge e Leadbelcher.
Infine, come faccio di solito per le basette dei Necron o dei Goblin delle Tenebre, ho concluso con un drybrush di Administratum Grey sulla parte rocciosa.
I vetri della navetta sono volutamente privi di riflesso, perchè, immaginandomi la polvere sollevata durante lo schianto o accumulatasi sul relitto, volevo creare una sensazione di opacità.
Ultimo, piccolo, ritocco che ho fatto e voglio segnalare è stato il coprire alcuni difetti di stampa (tutti nei punti di contatto tra la navetta e le rocce) con la vernice Texture Astrogranite.
Mentre questo stramaledetto COVID (ampiamente aiutato dal menefreghismo di molti italiani) ci ha costretto all’ennesimo lockdown, vado avanti con lo smaltimento della mia pila della vergogna.
E proprio poche ore fa ho terminato un bel Land Raider, altro pezzo della mia “scorta invernale” (modelli che avevo assemblato e a cui avevo dato la base spray prima che facesse troppo freddo).
I miei Angeli Sanguinari saranno contenti di avere tra le loro fila questo “bestione”, che dite?
Come potete vedere dalla foto, il modello è standard, con giusto l’aggiunta di una icona del capitolo, presa dagli avanzi del kit del Predator Baal.
Questo è anche il primo veicolo degli Angeli Sanguinari che dipingo partendo da una base spray invece che data a pennello, e devo dire che il risparmio di tempo non è stato poco.
Anche la scelta di fare l’invecchiamento con la tecnica del chipping (sperimentata tempo fa sul Leman Russ e da allora diventata lo standard per i miei veicoli) mi ha soddisfatto, risultando in un effetto decisamente migliore rispetto a come lo facevo prima (cioè solo drybrush di colori diversi).
Nella mia pignoleria, devo dire che un po’ mi dispiace che ora, affiancando il Land Raider a un altro veicolo degli Angeli Sanguinari dipinto prima, si noti questa discrepanza. Ma, a ben pensarci, è anche segno che nel tempo ho fatto progressi come pittore, quindi, sotto-sotto… chissenefrega!
Ok, ammetto che sono stato un po’ indeciso se considerarlo un modello dipinto per il semplice gusto di farlo o un effettivo rinforzo per la banda di Sir Quiskott.
La realtà è che, anche se ormai è piuttosto vecchio, trovo questo ragnone uno dei più bei modelli IN ASSOLUTO della gamma GW e desideravo aggiungerne uno alla mia collezione da anni. Però può essere anche giocato in Warcry e gli ho dato la stessa basetta della banda di Sir Quiskott, quindi…
Come potete vedere dalle foto, eccezion fatta per alcune rocce su cui appoggia (che ho modellato io con il polistirene, in sostituzione degli alberi del kit originale), il modello è assemblato in maniera standard e pitturato in larga parte con un drybrush di Khorne Red sulla corazza e con una buona lavatura di Reikland Fleshade su base di Ratskin Flesh. Il tutto su una base di nero data con lo spray.
Il dettaglio di cui vado più fiero, però, è frutto di molte lunghe ore di duro lavoro con la materia verde. Sono infatti riuscito a cancellare i solchi dovuti all’assemblaggio presenti sul dietro del carapace, ricostruendo accuratamente anche puntini e altri segni che lo costellano. Una volta dipinto il modello, come potete vedere dalla foto qua sotto, è quasi impossibile notare che ci fossero:
Insomma, una grande soddisfazione. Probabilmente il mio miglior lavoro con la materia verde fin’ora.
“Lasciate, miei signori, che vi narri le gesta di Sir Quiskott, prode (?) cavaliere che attraversò l’Ottopunte in sella al fido destriero Ronzo, accompagnato dai suoi compagni di ventura e dallo Sciamano Farfunghio Malokkio, seguendo la via per lui tracciata dalla luce della Luna Kattiva…”
I goblin mi sono sempre piaciuti un sacco. Sono goffi, chiassosi e maligni… mi fanno veramente tanto ridere, soprattutto quando sono strafatti di funghetti allucinogeni.
Il problema è che sono un esercito che si basa su grandi numeri (qualcuno dice “sotto i cento grot sul campo di battaglia, lascia pure perdere”) e io sono l’hobbista più lento del mondo, due cose che non vanno molto d’accordo.
Allora ho trovato un buon compromesso e ho deciso di farci una banda per Warcry.
Anche in questo sistema il numero è la loro forza: pur avendo scelto alcune unità piuttosto costose come il Leader a cavallo dello squig e lo sciamano, la banda ha dentro letteralmente il doppio dei modelli rispetto, ad esempio, ai Sinistri Sei.
A livello modellistico mi sono sforzato di fare qualcosa che fosse coerente con l’ambientazione ma che mi rendesse facile identificare velocemente il singolo modello durante le partite. Ecco perchè per i grot semplici, immaginando che si vestissero con stracci trovati in giro, ho scelto uno schema di colori piuttosto variopinto.
Il Leader, Sir Quiskott, è ricavato adattando uno dei modelli più belli rilasciati l’anno scorso dalla GW: il Loonboss su squig gigante. In realtà non potrebbe essere giocato in Warcry, ma io lo faccio contare come semplice Squig Hopper Boss. Perchè fosse regolamentare, però, ho dovuto reimbasettarlo su una basetta da 32mm (più piccola rispetto a quella originale, che era da 40mm).
Lo sciamano, invece, è ricavato modificando il Moonclan Boss della scatola di Stabba da cui ho preso la truppaglia, sostituendo la punta di una lancia con un teschio di luna per formare un rudimentale scettro e aggiungendo un occhio di vetro sulla benda già presente (mi sono ispirato al personaggio Malocchio Moody dalla saga di Harry Potter e a Deacon, il leader degli Smokers nel film “Waterworld”). Ultimo tocco, perchè mi piaceva troppo, un famiglio, avanzato dal già citato kit del Loonboss su squig gigante.
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Aggiornamento del 4 gennaio 2021: mi è appena arrivato il nuovo manuale “Araldi di Distruzione” per Warcry e ho scoperto che ora il Loonboss su squig gigante è giocabile. Maledetta GW! Con tutta la fatica che ho fatto per farlo stare su una basetta da 32mm! (Scherzo, ovviamente. A parte questa cosa, dentro ci ho trovato un sacco di belle novità!)
Tra un necron e un goblin, ho deciso di fare qualcosa di diverso.
Così ho tirato fuori dalla scatola un pezzo che avevo primerato oltre un mese fa, come parte della mia scorta invernale di miniature da dipingere: il ghoul John Hancock, in resina, per il gioco Fallout: Wasteland Warfare della Modiphius (che mi piacerebbe anche provare, prima o poi).
In generale non mi trovo molto a mio agio con la resina, ma poichè questo è un regalo per la mia amica Eleonora (a proposito, vi invito a visitare la sua pagina Facebook), ho fatto un’eccezione.
La tecnica di pittura è la mia solita “super easy”: colori di base, leggero drybrush di osso per far risaltare i dettagli e poi una bella lavatura, questa volta color seppia.
Il risultato mi soddisfa. In particolare, sono molto contento di essere riuscito a rendere bene la bandiera a stelle e strisce arrotolata attorno alla vita (un dettaglio importante per il buon Hancock).
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Aggiornamento del 16 Dicembre 2020: Ho sostituito la foto con quella fatta da Eleonora per la sua pagina Facebook. Se quella nuova vi sembra migliore del solito… beh, ora sapete il perchè!
Questi scarabei sono così facili (e divertenti) da fare che con loro ho deciso di chiudere in bellezza la “stagione dello spray 2020”. Abitando in Pianura Padana, come già avevo accennato qualche post fa, d’inverno la combo di freddo/umidità mi rende impossibile usare a dovere le vernici spray.
Già oggi è stato un bel rischio… ma questo non vuol dire che smetterò di dipingere. Ho una discreta scorta di modelli primerati nelle ultime settimane che mi aspettano!
Ad ogni modo, ho aggiunto quel teschio sulla basetta dello sciame centrale (tanto in Warhammer un teschio in più sta sempre bene, no?) per distinguere più facilmente le squadre sul tavolo da gioco, dato che questo genere di modelli non consente una gran varietà di pose.